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2024-12-21

Londra, esplosione e incendio alla stazione della metro Elephant&Castle: ignote le causeLuigi Samele esulta dopo la conquista del bronzo nella sciabola - Epa/Ritchie B. Tongo COMMENTA E CONDIVIDI «Amore,Professore Campanella tra le palazzine a fuoco, la tua voce riconosco, noi non siamo come loro…». Pensi alla storia sentimentale dello sciabolatore azzurro Gigi Samele con la collega ucraina, la sciabolatrice Olga Kharlan, e non puoi fare a meno di associarla alla romantica e sanremese Tango di Tananai. Nel testo il cantante milanese racconta di una storia d’amore che arriva dall’Ucraina: quella tra un ragazzo, (Maxim) e una ragazza (guarda caso di nome Olga), che vivono nel terrore delle bombe lanciate sul loro paese dalla Russia del dittatore Vladimir Putin. Due anni fa Samele in pieno conflitto russo-ucraino si mise in viaggio in auto fino a Budapest per andare a prendere Olga che era tornata in patria per portare con sé la sorella Tanya e il nipotino. Insieme sono tornati a Bologna, dove l’atleta 37enne foggiano delle Fiamme Oro vive e si allena alla Virtus. «Ho fatto semplicemente quello che avrebbe fatto una persona innamorata della sua donna e che sa che lei e la sua famiglia sono in pericolo per colpa di una guerra che i due popoli sicuramente non vorrebbero ». Un conflitto con riflessi anche sportivi. Olga ai Mondiali del 2023 si fece squalificare per aver negato il saluto alla russa Anna Smirnova dopo averla sconfitta. E quella per protesta occupò la pedana scatenando ulteriori tensioni tra i due Paesi. «Qui ora a Parigi si respira aria di tregua olimpica – ci tiene a sottolineare Samele - e noi atleti abbiamo l’opportunità di far divertire la gente e di portare, come sempre accade in ogni Olimpiade, il nostro messaggio di pace e un esempio di condivisione con ragazzi che arrivano da tutto il mondo per gareggiare ». La saggezza di un campione esemplare, sempre protagonista sulla pedana olimpica da dodici anni a questa parte. E lo stesso vale per la sua compagna di vita, Olga, la quale è da Pechino 2009 che sale puntualmente sul podio: oro ai Giochi cinesi nella sciabola a squadre, bronzo a Londra 2012 nell’individuale e altre due medaglie a Rio 2016, argento a squadre e bronzo individuale. E e ieri al Grand Palais si è conquistata la prima medaglia per l’Ucraina a questi Giochi: bronzo. Lo stesso metallo che, battendo l’egiziano Elsissy, ha conquistato Gigi a Parigi, che così dopo quella di Tokyo, tre anni fa, diventa l’unico nella storia della sciabola individuale ad aver vinto due medaglie in due edizioni olimpiche consecutive. Un record sottolineato anche dalla visita a sorpresa del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che è andato personalmente a complimentarsi dopo l’ennesima impresa di Samele. «Che figuraccia che ho fatto – dice sorridendo l’azzurro -. Avrei voluto dire tante cose al nostro presidente e invece quando mi ha stretto la mano sono rimasto come imbalsamato. Non so com’è, ma le uniche tre parole che mi sono uscite sono state, grazie, grazie, grazie. Va beh, spero ci sarà un’altra occasione per parlare con Mattarella». Intanto c’è la chance della finale a squadre di mercoledì e dopo l’argento di Tokyo c’è la possibilità di fare ancora meglio e magari di mettere la quinta medaglia nella bacheca della casa bolognese che condivide con Olga. «Per me le medaglie non sono mai scontate, ben che meno quelle olimpiche. Arrivavo da un periodo molto difficile, anni complicati, il tempo non è galantuomo perché gli anni passano ed è difficile stare al passo con i più giovani. Ma se sono qui è perché ho dimostrato di non mollare mai, di credere sempre nel duro lavoro e di credere soprattutto nel potere della testa e delle proprie convinzioni». Lavoro, sacrifici e traguardi che Gigi condivide sempre con la sua famiglia salita da Foggia a Parigi. Una famiglia unita, i Samele, in cui la “mascotte” è il fratello Checco, 35 anni, affetto dalla sindrome di Down. «La presenza di Checco nella nostra famiglia è sempre stata importante. A me ha permesso di capire presto le problematiche legate alla disabilità, ma anche a farmi rendere conto della scarsa conoscenza che c’è di certe problematiche. A volte sento ancora una cattiva comunicazione: trovo sbagliato considerare questi ragazzi come speciali o peggio ancora come dei supereroi. Io ho sempre amato e trattato Checco come l’altro mio fratello normodotato. Lui ha delle capacità che ad esempio io non ho, tipo capire con un semplice sguardo se sono felice o giù di corda, e posso assicurare che Checco ci azzecca sempre», dice divertito Samele, che si aggiusta il bronzo al collo e riparte. «Vorrei fare di più per i ragazzi come Checco. Gli allenamenti per preparare al meglio queste Olimpiadi non mi hanno permesso di portare avanti un progetto che ho in mente da tempo e che sicuramente realizzerò in futuro. Voglio organizzare dei camp di scherma per bambini e giovani affetti dalla sindrome di Down e per quelli con un autismo lieve che gli consenta di poter tirare. Sarebbe una bellissima cosa portare con me questi ragazzi in pedana». Intanto Gigi in pedana ci torna per la prova a squadre di domani. Come un altro Gigi, il portiere Buffon che è rimasto tra i pali fino a 41 anni, lo sciabolatore italiano potrebbe emularlo arrivando al traguardo dei Giochi di Los Angeles 2028. «Magari… - sorride salutando -. Fisicamente sto bene e la voglia è la stessa di quando ho iniziato, tanto tempo fa. Ma dove posso ancora arrivare lo capirò strada facendo. Adesso voglio solo vivere fino in fondo questi Giochi di Parigi, poi si vedrà». Forse quello di Parigi non sarà l’ultimo Tango per Gigi.

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