Perchè il Governo ha dichiarato lo Stato di emergenza sui migrantiAlessandra De Tommasi Alla vigilia delle vacanze i viaggi s’intensificano,ETF di piacere e – come nel mio caso – di lavoro. Un giornalista non dovrebbe mai scrivere in prima persona a meno che le sue avventure non siano di monito o di aiuto ai lettori, come in questo caso.Sono passati dieci giorni (dieci!) da un viaggio con scalo internazionale durante il quale è stato smarrito il bagaglio da KLM. L’ultima risposta della compagnia, ricevuta venerdì probabilmente da boot, dice che neppure l’acqua verrà rimborsata per il disagio subito. Quale? Semplice, a mezzanotte all’aeroporto d’arrivo sono rimasta oltre un’ora e mezza a vedere il rullo girare a vuoto con la luce lampeggiante verde che indicava il movimento e l’arrivo di altri bagagli. Stremata dalla stanchezza di un viaggio iniziato all’alba, ho chiesto dove fosse la valigia. L’addetta – come se fosse la cosa più naturale del mondo – mi ha letto un elenco con il mio nome, dicendo che la valigia era in un’altra capitale europea. Quindi nelle ore tra il primo e il secondo aereo nessuno ha pensato d’imbarcarla in un altro volo. La compagnia KLM non comunica niente, l’orologio corre e, impossibilitata dall’orario a prendere il treno, prendo un taxi. Altre volte mi hanno perso la valigia – una con il diploma di laurea – ma le altre compagnie non hanno fatto nessun problema a rimborsare i generi di prima necessità, elencati peraltro in un’altra mail automatica.Il serissimo danno nasce anche da una seconda questione: in poche ore avrei preso un treno per lavoro e il contenuto della valigia mi serviva per questioni professionali. Avrei speso una settimana altrove per impegni di lavoro senza quello che avevo portato o comprato, medicine incluse, tutte nella valigia persa.Spiego tutto nei moduli standard sul sito, di quelli alla “le faremo sapere” che finiscono nel pianeta del bradipo di Zootropolis o in uno sketch de I soliti idioti («Siamo subito da lei»). Peccato che niente di questo faccia ridere.Mi appello a chi per lavoro si occupa dei rapporti tra la stampa e la compagnia chiedendo informazioni: una settimana di rimbalzi. Nel frattempo un mio amico ha passato giorni interi blindato in casa mia aspettando la valigia con orari intorno alle 11 di notte. Ogni appuntamento è stato inevaso fino all’ultimo, in cui ci si batte il cinque da soli per la professionalità e si aggiunge quella che io ho scritto sui social più volte chiamandola MOLESTIA perché su Whatsapp per fare lo splendido – come si dice a Roma – manda anche il bacino come emoticon. Per me vuol dire tante cose: oltre il danno la beffa, avance non richieste né gradite e una reazione fuori luogo che suona ancora come una presa in giro. Una delle decine in questi giorni di attesa. Nei tempi del #metoo una donna deve parlare e condividere i momenti in cui viene messa a disagio, perché il disagio inizia da piccolezze e arriva ai femminicidi. Non parlo del mio caso, ma di una consapevolezza che io per prima non avevo prima del #timesup.Nel frattempo KLM manda email automatiche del genere “il tuo bagaglio è in viaggio” (senza di me), “il tuo bagaglio è arrivato a destinazione” (quanta professionalità!) e via dicendo. L’ultima dall’assistenza clienti recita queste parole (sintetizzo): «Non posso accettare le spese relative a cibo e bevande come spese necessarie» e «perdita di giornate o ore lavorative, stress, disagio e simili, a seguito di un incidente bagaglio».La completa e totale indifferenza di una compagnia che si considera "seria" (lo è di certo nelle tariffe) nei confronti di un essere umano, un cliente è a dir poco sconcertante. E poi arriva la stoccata finale, come se fosse il passeggero ad essere un po’ troppo permalosetto: «Mi auguro potremo nuovamente accoglierla a bordo dei nostri voli, con la speranza che in futuro tutto potrà essere di suo gradimento». Ogni parola della mail è passivo-aggressiva e rappresenta una micro-aggressione con cui KLM pensa di farla franca.Ho scritto la disavventura sui social miei e della compagnia perché anche una low cost ha la dignità di offrire uno spazzolino a chi rimane letteralmente a terra. Provando a indovinare, questa non sarà la puntata conclusiva di questa serie horror ma è un monito per i passeggeri a tutelarsi, a conoscere i propri diritti, a rivolgersi ad associazioni dei consumatori e a un legale. Le compagnie vengono lautamente pagate per il loro servizio e quando sbagliano devono prima scusarsi e poi risarcire. Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Luglio 2024, 21:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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