Trent'anni di botte alla moglie, arriva il processo per un 60enne Zero creme e un rito: la barba. Gimbo è il volto di Acqua di Giò,VOL la fragranza che ricorda il suo Conero e che, come lui, ama il pianeta Elisabetta Esposito Giornalista 5 luglio - 10:46 - ROMA Gianmarco Tamberi. Ci sono sempre delle storie dietro a un profumo. Un profumo ci può riportare indietro nel tempo, può far provare sensazioni inaspettate. Gianmarco Tamberi, campione olimpico, del mondo e d’Europa del salto in alto, è stato scelto da Giorgio Armani come testimonial di Acqua di Giò per la campagna social. In lui Armani ha visto i valori di equilibrio, forza e carisma che contraddistinguono la fragranza e così, sullo sfondo naturale della costa del Conero di cui Gimbo è originario, sono stati realizzati gli scatti che hanno come elemento caratterizzante l’acqua e l’armonia tra uomo e natura. Con Tamberi abbiamo voluto parlare proprio del suo rapporto con i profumi. C’è un profumo al quale si sente più legato, quello che evoca i ricordi più belli? "Il profumo delle lasagne al ragù di nonna Graziella. Sarà che per la mia dieta olimpica non le mangio da almeno un anno, però è senza dubbio il profumo che vorrei sentire e che porta con sé momenti belli della mia vita. Quell’odore mi piace da impazzire. E devo ammettere che mi piacerebbe parecchio anche divorare quelle lasagne! Devo aspettare ancora un mesetto...". In generale fa caso al profumo che hanno le persone che la circondano? "Decisamente. Giro il mondo e ovunque io sia, quando mi passa accanto qualcuno che ha un buon profumo, lo noto. Mi è anche capitato di fermare una persona perché dovevo sapere quale marca utilizzasse. Era eccezionale, volevo ad ogni costo comprarlo per mia moglie Chiara". Quindi ha fermato una donna con quella che per molti potrebbe essere "la scusa del profumo"? "Sì... Ma ho premesso subito che voleva essere un regalo per mia moglie! Mi piacciono le persone che hanno un buon profumo". .bck-image_free_height { position: relative; margin-bottom: 1.6875rem; } .bck-image_free_height .image_size img { height: auto !important; width: 100% !important; } .bck-image_free_height figure{ width:100%; display: table; } .bck-image_free_height img.is_full_image { display: table-row; } Gianmarco Tamberi. Lei ne usa? Ne porterà qualcuno a Parigi? "Direi che mi limiterò ad uno. Mi piace l’idea di avere un buon profumo, esattamente come mi piace sentirlo addosso agli altri". Quanto tiene alla cura del corpo? Ormai da tempo non sono più solo le donne ad acquistare creme e prodotti specifici, lei “investe” in questo senso? "No, sono rimasto vagamente indietro... Ovviamente questo prescinde dall’essere puliti, meglio specificarlo per evitare qualsiasi fraintendimento! Ma la parte di creme per me non esiste, ci si dedica più Chiara". Nessuna attenzione particolare neanche per i suoi capelli? "Zero... Sono da uno shampoo piuttosto normale e via". .bck-image_free_height { position: relative; margin-bottom: 1.6875rem; } .bck-image_free_height .image_size img { height: auto !important; width: 100% !important; } .bck-image_free_height figure{ width:100%; display: table; } .bck-image_free_height img.is_full_image { display: table-row; } Gianmarco Tamberi. Domanda pericolosa: ha 32 anni, per caso le sta spuntando qualche capello bianco? "No, su questo fronte sono geneticamente molto fortunato. Mio nonno se n’è andato a 84 anni con i capelli dello stesso colore di quando era ragazzino. E la stessa identica cosa vale per mio padre, zero capelli bianchi. Spero tanto di aver preso da loro...". Ha portato sui podi più importanti del mondo l’halfshave, è impossibile non parlare di barba. Se la sistema da solo o c’è qualche professionista al quale consente di metterci mano? "Alla mia barba penso io, mai fatta toccare da nessun altro. È una questione rituale: nel pre-gara devo stare da solo, chiuso in bagno con la musica a palla. È il mio momento con me stesso e il taglio della barba fa parte della trasformazione di una giornata normale in giornata della gara, quella in cui si va a combattere". Parlando di Acqua di Giò, Armani ha legato al suo profumo una serie di attività benefiche ed è stata anche la prima fragranza con refill. "Sono attenzioni belle e non scontate, visto che oggi si punta quasi sempre solo al guadagno. E il pensiero per l’ambiente è importante, ogni cosa adesso può fare la differenza". Stile Gazzetta: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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