Bambino caduto nel pozzo artesiano a Siracusa: una storia che si ripete a 43 anni dalla morte di Alfredino RampiDom Luigi Priori,investimenti il primo da sinistra. Il 6 agosto 1944 venne ordinato sacerdote. Era tempo di guerra. E ai familiari fu impossibile partecipare al rito - foto Monastero di Santa Scolastica, Subiaco COMMENTA E CONDIVIDI Oggi la comunità monastica di Subiaco è in festa. Il motivo? Il traguardo degli ottant’anni di sacerdozio raggiunto da dom Luigi Priori, nato a Rosora (Ancona) il 7 ottobre 1920, che dunque compirà fra due mesi 104 anni. «Invitato dallo zio dom Silvestro, già monaco, nel lontano 1933 entrò nell’abbazia benedettina di Santa Scolastica per non uscirne più, segnando probabilmente un record assoluto di longevità monastica e sacerdotale», sottolinea una nota diffusa dalla comunità monastica nella quale si ripercorre la biografia di dom Priori. «Infatti nel 1938 emise la sua prima professione monastica e il 6 agosto 1944 fu ordinato presbitero insieme ad altri quattro giovani: dom Anselmo Bramati, compaesano e monaco, don Angelo Caranzetti, diocesano di Trevi nel Lazio, un francescano proveniente da Molfetta e un giovane jugoslavo che studiava a Roma».Racconta dom Luigi che fu «un’ordinazione veramente eccezionale anche per il momento storico in cui avveniva». Ossia nel corso della Seconda guerra mondiale che infuriava. «Due mesi prima era passato il fronte, i soldati tedeschi risalivano da Montecassino verso la Linea Gotica mentre gli alleati bombardarono Subiaco. Il centro cittadino era diventato un cumulo di macerie ed anche la facciata del monastero era completamente crollata». Alla celebrazione dell’ordinazione, presieduta dall’abate monsignor Simone Lorenzo Salvi, oltre ai monaci erano presenti soltanto cinque fedeli, ma nessuno dei parenti, eccetto la mamma di don Angelo Caranzetti, venuta a piedi da Trevi (distante 25 chilometri). Infatti i familiari non sapevano dell’ordinazione poiché tutte le comunicazioni erano interrotte e le strade dissestate.Il seguito della vita di dom Luigi fu più sereno, trascorso nella completa fedeltà alla preghiera e al lavoro, come prevede la Regola di san Benedetto. L’attività scelta da dom Luigi fu principalmente l’arte pittorica: ha infatti trascorso lunghi anni nella sua bottega, dipingendo soggetti sacri, angoli del monastero o della città di Subiaco, persone intente alle attività di un tempo, nature morte e paesaggi naturali. «I suoi quadri sono disseminati ovunque, poiché ogni estate organizzava una mostra-vendita per i visitatori, i quali li acquistavano e li portavano con sé nei più svariati luoghi di provenienza», prosegue la nota della comunità in provincia di Roma. «Tuttavia il nostro dom Luigi non ha mai trascurato l’attività pastorale, essendo ricercato da molti come confessore e direttore spirituale. Ha trascorso gli ultimi anni come portinaio, finché nel 2019, dopo una caduta, ha dovuto mettersi in sedia a rotelle. Ma la sua mente è ben lucida, è caro a tutti per il suo buon carattere ed è prezioso come memoria storica del Protocenobio di Subiaco».
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