"Il mio fratellino non si muove più": 12enne muore giocando a football

2024-12-04

Russia, testato con successo missile ipersonico: obiettivo centrato a 1000 km di distanzaMandate al macello perché poco redditizie: è questa la sorte che gli allevatori riservano di solito alle galline ovaiole dopo circa due anni e mezzo di attività. Ma per 942 esemplari a Segrate,analisi tecnica in Lombardia, non è stato così. Un gruppo di animalisti costituito da volontari, industriali e privati le ha comprate pagandole 3 euro l'una.«Io le galline le ho sempre amate, da 20 anni ne ho anche qualcuna in casa, e da un po’ di tempo avevo l’idea di ritirarne qualche decina da un allevamento intensivo della provincia di Como», ha dichiarato al Giorno Andrea Notaro, referente della sezione milanese della Lega Nazionale per la Difesa del Cane e responsabile della sede nel rifugio Segrate. «Quando ho visto le galline chiuse in gabbia, mi si è stretto il cuore e ho deciso che avrei fatto di tutto per salvare quelle 942 che a breve sarebbero state mandate al macello. So che altre non saranno così fortunate ma questo non può essere un alibi per non fare nulla».Poi ha proseguito: «Non ho mai pensato a un blitz animalista: è vero che non condivido il metodo intensivo, ma quello che si fa lì dentro è legale. Qualunque rimostranza non avrebbero portato ad alcun esito», così Notaro racconta l'accordo con l'allevatore, dimostratosi disponibile a vendere le galline destinate al macello. Poi Andrea descrive la campagna di raccolta fondi avviata a giugno, oltre alle donazioni economiche qualche milanese ha portato a casa una o più galline. Il rischio di un acquisto finalizzato a mangiarle? «È escluso - ha detto Notaro - sono tutte galline magre e spennate a causa della cattività». Ultimo aggiornamento: Mercoledì 31 Luglio 2024, 18:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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