Il figlio barista non gli serve da bere e lui spara COMMENTA E CONDIVIDI Il progetto della Falegnameria Sociale K_Alma nasce dopo una visita a Berlino e l’incontro con un collettivo di design e attivisti migranti e tedeschi nel febbraio del 2016. Dopo un workshop realizzato a luglio del 2016 in Trentino Alto Adige,Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella la scommessa è stata quella di provare ad avviare un progetto stabile e strutturato in una “periferia urbana” come può essere percepita Roma in questi ultimi anni. Da maggio 2017 è aperta e operativa a Roma una officina e falegnameria sociale per migranti e non solo a Testaccio.Chi sta collaborando a questo progetto è un gruppo di persone da molti anni impegnato sul tema dell’immigrazione e dei diritti umani, con diversi progetti e competenze specifiche nella sensibilizzazione, nella comunicazione, nella progettazione e sviluppo di progetti e programmi a livello nazionale ed internazionale. La falegnameria si pone come luogo di formazione formale e informale in particolare per richiedenti asilo che sono ancora in accoglienza e che hanno bisogno di corsi professionalizzanti per l’inclusione lavorativa. Insieme ai richiedenti asilo vengono organizzati brevi workshop anche con cittadini italiani, volti a promuovere la reciproca conoscenza, così come le giornate di formazione, aperte anche a cittadini italiani disoccupati o inoccupati.Gli organizzatori erano da tempo in cerca un progetto concreto che potesse vedere coinvolti i cittadini ed richiedenti asilo in arrivo in Italia, pensando anche a quei mestieri che stanno lentamente ma inesorabilmente scomparendo, e che invece continuano ad essere essenziali anche e soprattutto in una società 2.0 e in continua evoluzione ma che continua ad “abitare” case dove tavoli, sedie e letti sono certo mobili indispensabili, non solo per il singolo individuo ma per la “collettività” e la socializzazione.Gli oggetti che si sceglierà di ideare, produrre e realizzare dovranno essere destinati anche alla vendita diretta. È importante infatti pensare che le attività formative siano volte ad un obiettivo molto concreto che è l’apprendimento di una manualità, di tecniche e di competenze finalizzate alla prospettiva di “creare” un mestiere. L’industria moderna produce oggetti e manufatti di qualsiasi genere e tipo, tutti rigorosamente identici, pronti all’uso, impacchettati e senza “storia”, senza “anima”. È tipico del lavoro dell’artigiano aggiungere qualcosa al singolo “pezzo”, rendendolo appunto “unico”. Il progetto di una falegnameria sociale è una sfida e una possibilità concreta per attivare strumenti e offrire occasioni di educazione formale e informale, autoformazione, autoespressione, conoscenza, integrazione ed inclusione sociale. Un progetto che intende promuovere e realizzare nuovi percorsi di vita individuale, professionale e sociale; azioni necessarie per combattere diseguaglianze e inequità sociali, per rimettere al centro la dignità dell’essere umano partendo proprio dal lavoro e dallo sviluppo delle competenze.
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