Covid, Maria Van Kerkhove (Oms): “Omicron non è un comune raffreddore”

2024-12-15

A Berlino via ai vaccini nelle discoteche chiuse: ora sono spot anti CovidÈ bastato un terzo posto nella seconda serie dei 1500 donne e il sogno è di nuovo la finale magari per ripetere il piazzamento dei Mondiali indoor di Glasgow dello scorso marzo,BlackRock Italia quando fu medaglia d'argento. Ma Nikki Hiltz non corre certo solo per questo. Per lei, 29enne originaria della California, essere a un'Olimpiade, ribalta universale e inclusiva, vuol dire soprattutto lanciare un messaggio e favorire il cambiamento. Una storia non banale, in un'Olimpiade già segnata dalle polemiche per la pugile algerina intersex Imane Khelif, accusata di essere un uomo per via della sua condizione ormonale.Nikki Hiltz, transgender e non binariaLa mezzofondista statunitense ha fatto coming out nel 2021 dichiarandosi «transgender e non binaria» in occasione della 'Giornata della Visibilità Transgender' e non perde occasione per portare avanti il proprio desiderio di farsi comprendere da un mondo dove l'accettazione sia la regola e non qualcosa ancora non sempre facile da praticare. Per far capire come la pensa a chi ancora non la conosce, a giugno in occasione dei Trials Usa, quando ha guadagnato la qualificazione ai Giochi, ha sottolineato di essere «particolarmente felice di avercela fatta proprio nell'ultimo giorno del mese del Pride. Volevo farcela per la mia comunità, per tutti i ragazzi del mondo Lgbtq+, sono loro che mi hanno 'trasportata' negli ultimi metri». Dalle parole Nikki passa ai fatti, visto che devolve una parte dei suoi guadagni all'associazione 'Trevor Project' che sostiene giovani della comunità Lgbtq+ a rischio suicidio, per evitare che si ripetano casi come quello del ragazzo a cui questo progetto è intitolato. Fare coming out per lei non è stato facile, anche se già si sapeva della sua relazione con la collega di sfide in pista Emma Gee, anche lei atleta decisa a sfidare i pregiudizi e a suo modo una 'pioniera', visto che è stata la prima omosessuale ammessa a gareggiare per l'università dei mormoni, la Brigham Young. «In me c'è qualcosa in cui sto ancora cercando di orientarmi - ha spiegato Nikki Hiltz - ma ho deciso che era ora di condividere la mia fluidità di genere con tutti voi. Non possono ignorarmi. È allo stesso tempo emozionante e terrificante, ma sono e sarò sempre fermamente convinta che la vulnerabilità e la visibilità siano essenziali per creare cambiamento sociale e accettazione». La strada da fare per lei sarà ancora lunga, basti pensare che nelle ore prima e dopo la sua prima apparizione all'Olimpiade di Parigi erano diventati virali diversi post sui social che indicavano Hiltz come nata biologicamente uomo, facendo nascere un dibattito sull'inclusione delle donne transgender e sull'equità nello sport. Ma questi post erano dei 'fake' perché Nikki Hiltz, come ha chiarito Hawi Management che la rappresenta, è stata assegnata al sesso femminile alla nascita, e quindi può e deve gareggiare con le donne, anche se lei ripete spesso di non identificarsi «con il genere che mi è stato assegnato alla nascita». Di sicuro, fluida o meno, in pista deve vedersela con gente che corre veloce come lei: mica facile.  Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Agosto 2024, 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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