Assorisorse: la produzione nazionale di gas potrebbe raddoppiare entro il 2025Un operatore di Borsa - Archivio COMMENTA E CONDIVIDI All'indomani della decisione dell'Antitrust di multare sei noti personaggi del web,VOL il veronese Francesco Galvani, divulgatore scientifico, ex manager RayBan e tra i marketer più rispettati in Italia, torna a lanciare l’allarme sui truffaldini del “marketing dal guadagno facile”. Galvani, non a caso, già in passato aveva proposto l’istituzione di un albo professionale che desse maggiori garanzie e tutele agli imprenditori e regolamentasse al meglio la professione del marketer: «Sono felice che l’Antitrust abbia avviato questi primi provvedimenti. Si tratta di un segnale importante ma c’è ancora molto da fare. In primo luogo, spiega l’esperto, va tutelato chi denuncia le promesse false e gli errori dei fuffaguru perché subisce immediatamente delle diffide e delle querele. In alcuni casi abbiamo ricevuto minacce alla nostra incolumità. Ci sono dei buchi normativi che consentono loro di diffidare e querelare chiunque. Organizzandosi poi con i loro adepti in numero sempre più alto, possono zittirlo e delegittimarlo quasi su ogni social». In secondo luogo, bisogna istituire un albo perché quella del marketer è una professione che va tutelata e regolamentata, altrimenti i danni alle piccole realtà saranno sempre più rilevanti. A oggi, in effetti, la professione è inserita nell’ordinamento con la cosiddetta “legge per i senza albo” del 2013 e questo consente a chiunque di poter esercitare un’attività economica di tipo intellettuale volta alla prestazione di servizi e opere a favore di terzi, senza la necessaria iscrizione a un albo. Ma chi sono le vittime sacrificali dei millantatori del marketing? A pagare le conseguenze di questi corsi spesso molto costosi e basati su approcci pseudoscientifici o amatoriali, sono soprattutto degli inesperti che si affidano ciecamente alle promesse di facile successo. Basta navigare in uno dei tanti social network per testare il polso della situazione. Sono tantissimi e molti più di sei. «Le loro vittime, generalmente, sono micro-imprenditori che attraversano un momento difficile e conseguentemente sono facili da manipolare. O ragazzi giovani allettati dall’idea di fare tanti soldi subito e non proseguire gli studi. Sono attirati da promesse impossibili in termini di risultati e dall’idea di poter imparare in poco tempo le regole-base del marketing per fare tanti soldi», ribadisce Galvani, autore tra l’altro, del podcast Real Marketing sulla scienza del marketing e della Guida scientifica per imprenditori, il primo libro di marketing italiano basato su più di 420 evidenze scientifiche, in cui si affronta, fra le altre cose, anche il tema del vulnus normativo relativo alla mancanza di un albo professionale. «Noi marketer specialisti non basiamo il nostro lavoro su punti di vista, sulle opinioni di qualche presunto "guru" o solo sulla nostra esperienza. Purtroppo in molti pensano che marketing significhi manipolare i clienti, polarizzarli, aggredirli commercialmente, creare pubblicità creativamente improponibili e fatte in casa. Emerge chiaramente che servono marketer certificati che abbiamo alle spalle esperienze di livello. È ora di dire basta. Siamo andati troppo oltre con la fuffa», conclude Galvani.
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